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<paolo.franzese@beniculturali.it>
presentato al 3' Incontro ISKO Italia-UniMIB : Milano : 22 giugno 2007
La ricerca nell'ambito degli archivi implica l'identificazione del fondo documentario che potrebbe costituire una fonte di informazioni sul tema dello studio da realizzare. Identificato quindi l'ente nelle cui competenze rientra tale oggetto, se ne esplora l'archivio fino a dedurre dalle sue funzioni, procedendo dal generale al particolare, la serie pertinente, all'interno della quale effettuare la ricerca, e quindi i documenti utili.
Attraverso procedure automatizzate di ricerca, è oggi possibile accelerare quest'esplorazione, puntando su una parola o su una stringa di testo, che si presume sia presente nella descrizione del documento. Questa modalità di ricerca mette alla prova il grado di rintracciabilità del documento, di cui si possono seguire soltanto gli elementi espressi sul piano del significante e non anche su quello del significato.
Chi lavora alla progettazione di sistemi informativi in ambito archivistico si propone sempre più frequentemente di rispondere ad una crescente domanda di ricerca per parole chiave da associare alla descrizione dei documenti. Si chiede allora quali siano gli strumenti adatti a risolvere i problemi di coerenza e di controllo che questi insiemi di concetti, via via creati nel corso della descrizione, mettono in evidenza, riducendo in tal modo l'efficacia di questa modalità di ricerca.
Questa debole competenza in fatto di indicizzazione semantica è legata alla fedeltà a un'antica tradizione archivistica, che fa derivare dal principio dottrinale dell'"irriducibilità del documento ad una sola significazione" (l'espressione appartiene ad un articolo di Leopoldo Sandri, pubblicato su "Archivum" nel 1968) l'assurdità di riordinare per materia archivi sedimentatisi secondo altri criteri. Gli archivi smembrati e riarticolati a posteriori secondo schemi logici rappresentano il risultato dello sfortunato tentativo di trasferire nell'ordinamento stesso dei documenti le categorie della ricerca storica.
Nonostante questo, l'attenzione ai temi e agli argomenti implicati dai documenti non è mai venuta meno nel mondo degli archivi. Le norme internazionali ISAD(G) per la descrizione degli archivi raccomandano infatti, relativamente ad "ambiti e contenuto" del documento, di mettere a fuoco la "potenziale rilevanza dell'unità di descrizione", illustrandone "le materie trattate".
In età contemporanea, il significato, o meglio il senso, del documento è legato alla classificazione attribuitagli dal soggetto produttore attraverso la definizione di un titolario, sistema di categorie e di classi che in genere riflette il complesso delle competenze, delle funzioni e delle attività dell'ente. La classificazione assegna in sostanza a ciascuna unità documentaria un posto preciso all'interno dell'archivio a cui appartiene e quindi ne definisce, mediante le relazioni con gli altri elementi, il significato, dal quale il ricercatore che voglia interpretare correttamente il documento non potrebbe prescindere.
Il piano della classificazione costituisce, come si vede, una sorta di "campo concettuale", in cui sono compresi soltanto gli elementi coerenti con le sue finalità e non, come nei campi semantici, tutti gli elementi associabili. Il titolario ha una struttura logica fondata sulla concreta missione del soggetto produttore, che agisce da contesto discriminante.
Ben diverso è invece il piano della ricerca, non soggetto ai vincoli imposti da questo contesto. Su tale piano non sarebbe giusto né possibile delimitare il significato del documento, attribuitogli in pratica dalla ricerca stessa, che lo utilizza per i propri obiettivi. In sede di definizione degli elementi descrittivi quindi, l'archivista può stabilire di associare alla descrizione dei documenti elementi concettuali propri di determinati ambiti semantici, utilizzando vocabolari controllati o thesauri che assicurino coerenza all'operazione. La creazione di relazioni concettuali in ambiti espressamente dichiarati esclude dunque il rischio che si possa pretendere di esaurire i temi e gli argomenti implicabili dal documento e di escludere il suo utilizzo in altre direzioni.
Una ricerca semantica fondata su una corretta indicizzazione potrebbe costituire un'utile integrazione delle metodologie di ricerca finora praticate. Al contempo, mentre si registra la crescita delle prospettive di integrazione fra sistemi informativi di diverso ambito e si manifesta l'esigenza di condividere risorse, lo sviluppo di indici semantici nell'ambito degli archivi farebbe fare un significativo passo in avanti all'auspicato processo d'integrazione delle procedure di ricerca.
Indici semantici in ambito archivistico? / Paolo Franzese = (ISKO Italia. Documenti) – <http://www.iskoi.org/doc/archivi.htm> : 2007.07.17 -