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Paolo Bisogno (Direttore dell'Istituto di studi sulla Ricerca e documentazione scientifica del CNR) ha aperto i lavori confermando l'interesse dell'ISRDS per il campo dell'organizzazione della conoscenza, nascente come scienza a sé stante, in particolare a partire dal 1990 (convegno, Roma, su linguaggi documentari e basi dati). A fronte del modello connessionista (reti neurali, crisi della logica matematica, tendenze alla frammentazione) si oppone in un certo senso l'approccio analitico, non assiomatico, propugnato da Ingetraut Dahlberg, fondatrice e presidente dell'ISKO (Int. Soc. for Knowledge Organization: 500 membri, ramificazioni locali organizzate in 17 paesi; orientamento filosofico, scissasi da una precedente associazione tedesca per la classificazione quando in questa prevalse l'interesse per gli aspetti matematico statistici del problema).
Ad una mancante comunicazione iniziale su "Significato e espressione: segno, segnale, simbolo" prevista in programma hanno supplito un ampliamento della successiva (Poli), ed un'introduzione storica alla classificazione (Dahlberg).
Con un'esplicita attenzione alle geometrie, la sua proposta è quella di affrontare i problemi dell'ontologia formale (ancoramento ontologico: i fenomeni rispetto alla loro rappresentazione; ancoramento cognitivo: i rapporti tra diverse rappresentazioni) con un uso congiunto delle due complementari prospettive, sintetica (spazi di descrizione, formalismo topologico) e analitica (spazi di modellazione, formalismo logico). L'intento è quello di non ridurre il linguaggio ad autonomi meccanismi formali, tenendo invece ben presente che si tratta di sistema cognitivo: giungendo quindi infine ad una "multianalisi" che prevede una coesistenza di spazi semantici locali interpretabili come punti di uno spazio di rappresentazione che non pretenda di essere estensione universale di alcuno di essi (analogamente all'incollamento di spazi locali in una superficie di Riemann).
Più scolastiche le definizioni di scopi e metodi che I. Dahlberg dà della classificazione, presentata come una filosofia speciale dotata di un proprio fondamento ontologico (l'organizzazione dei concetti in classi) e di propria metodologia (comparazione di concetti, individuazione di classi per presenza/assenza di caratteristiche comuni, ordinamento delle classi risultanti). Della classificazione della conoscenza vengono elencati scopi di rappresentazione (in filosofia e scienze dell'educazione), utilizzazione (enciclopedie, thesauri), mediazione (biblioteche, documentazione), organizzazione (scienza, economia, amministrazione). Un excursus storico delle applicazioni filosofiche presenta sommariamente diversi schemi (fino a Francis Bacon), con un parallelo nelle applicazioni biblioteconomiche (l'ultimo autore citato è Dewey, in rapporto di filiazione pressoché diretta da Bacone).
Presenta l'ontologia formale come una necessità anche ingegneristica, perché possano essere progettate basi di conoscenza riutilizzabili, grazie ad un maggiore investimento nell'analisi iniziale del dominio (isolandone degli invarianti riapplicabili, a prescindere dalla realizzazione di partenza). Per la formalizzazione propone ed esemplifica un'integrazione della logica del primo ordine (affetta da ambiguità che vi si trasportano dal linguaggio) con la topologia, che permette l'espressione degli spetti strutturali di ciò che esiste. Gli esempi di successo di questo metodo si concentrano su "contabilità" e "rigidità" dei predicati, che permettono di classificare utilmente predicati di uso corrente in intelligenza artificiale (concept, type, role, property).
Esemplificando soprattutto sulla terminologia bio-medica, viene proposta la parafrasi quale metodo per la "ricategorizzazione" (a partire da una definizione di categoria, basata su Saussure e Hjelmslev, quale porzione arbitraria di testo). Restando vari i criteri per stabilire la "basicità" delle categorie, e quindi per segmentare opportunamente il testo, la possibilità di parafrasi dovrebbe dare fondamento alla possibilità di tradurre, ed in particolare di rendere disponibile un'interlingua che, pur partendo da un linguaggio situato in un dato spazio-tempo, sia adatta a rappresentare ontologie dipendenti o indipendenti dal dominio, generiche o mirate ad uno specifico obiettivo.
Dei concetti (unità di conoscenza) possono esser date, ad esempio, definizioni ostensive (referente / forma verbale), nominali (forma verbale / caratteristiche), reali (referente / forma verbale / caratteristiche). Tra i concetti (generali, speciali, individuali: a seconda dei referenti) si istituiscono relazioni formali (identità, intersezione, inclusione, esclusione), generiche (genere / specie), partitive (tutto / parti), oppositive (contraddizione: presente / assente; contrarietà: nord / sud; positivo / indifferente / negativo; analogia: ala / braccio).
Unendo le relazioni istituibili con le categorie di forma (risalenti ad Aristotele, raggruppabili in entità, proprietà, attività, dimensioni) possono essere costruiti enunciati che definiscono i concetti; enunciati quindi di tipo generico, partitivo, oppositivo e o funzionale (e diversi tipi di definizione possono essere dati dello stesso concetto).
Su queste basi può essere stabilito un sistema di concetti. Dalla considerazione di circa 1'200 campi dell'attività scientifica, l'autrice ha individuato nove categorie di forma (faccette) generalmente utilizzabili per l'analisi:
In un'altra dimensione può essere ampliato lo schema aristotelico di categorie dell'essere (inanimato, vivente, uomo, dio):
L'incrocio di queste due dimensioni di analisi dà origine ad una tavola rettangolare che permette una disposizione sistematica dell'intero campo della conoscenza: le categorie dell'essere individuano le righe della tabella, mentre le colonne corrispondono alle categorie di forma (e in quest'ordine vengono date le cifre nella notazione numerica associata); una prima riga, cifrata 0, è dedicata alle divisioni di forma. Questo costituisce lo schema di base ICC (Information Coding Classification) usato dall'ISKO nei suoi lavori di analisi, ma più generalmente usabile anche per settori specifici; ulteriori suddivisioni possono essere ottenute riapplicando le stesse categorie (solo per alcune classi l'ISKO ha già sviluppato il sistema definendo suddivisioni al terzo livello).
Le nove categorie (systematifier) permettono di stabilire uno scheletro fisso, presupposto necessario per estendere il sistema in qualunque momento: alle invariabili caratteristiche di forma vengono associate caratteristiche di contenuto, variabili a seconda dell'area analizzata. Le nove categorie vanno allora viste raggruppate in tre triadi, di cui sono fisse la prima (1-3, principi cardine) e la terza (7-9, relazioni con altri sistemi), mentre la triade centrale (categorie 4-6) resta più liberamente attribuibile a contenuti caratteristici dell'area. Ne risulta un sistema poligerarchico, senza bisogno di strutture ulteriori, al di là delle faccette.
Questa tecnica è stata applicata per strutturare, quali suddivisioni della classe ICC 9255, un insieme di termini (inizialmente 400) relativi alla letteratura italiana; i termini in questione sono quelli usati quali parole chiave in LIAB (Letter. Ital. Aggiorn. Bibliografico). Dopo una descrizione generale delle faccette (o aree) per la letteratura, viene mostrata più dettagliatamente (a cura della dott. Zito) la struttura scelta per le suddivisioni 1 (fondamenti della della letteratura) e 5 (persona fisica ed opera letteraria).
I parte: Il metodo costruttivo del Thesaurus
II parte: Dimostrazione su CLASTHES
Difficile è descrivere a parole le dimostrazioni pratiche che hanno concluso il seminario. CLASTHES si presenta come un'applicazione di database per la registrazione di termini (eventualmente corredati da annotazioni testuali e iconiche) in un insieme gerarchico, la consultazione e la stampa (nelle versioni attuali, il thesaurus non è direttamente legato ad uno specifico insieme di documenti). Non sono state descritte le caratteristiche strutturali dell'applicazione; l'ergonomia mostrata è quella tipica a finestre (su Macintosh), con scelte ostensive su liste alfabetiche, relative a ciascun livello di classificazione, complete, o selezionate per specificazione di termini troncati.
Seminario a cura del Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto di studi sulla Ricerca e documentazione scientifica; aula Marconi nella sede di Roma, piazzale Aldo Moro 7. Relazioni e dimostrazioni pratiche hanno avuto una durata totale effettiva di circa 12 ore. I partecipanti iscritti erano circa 130 (visibilmente meno i presenti alla seconda giornata).
Non è stato distribuito materiale illustrativo specifico: relazione basata su appunti manoscritti. È stato indicato come pertinente, e dedicato ad argomenti molto affini, il recente n. 14-15 del periodico "L'indicizzazione". [Gli atti sono stati poi pubblicati come: Categorie, oggetti e strutture della conoscenza = Categories, objects and structures of knowledge / a cura di Giliola Negrini. -- Roma : CNR, 1995. -- (Note di bibliografia e documentazione scientifica ; 60).]
Relazione originariamente associata al gruppo di discussione "AIB-CUR", già disponibile via posta elettronica dal 10 dicembre 1994 al 2002 circa dal Politecnico di Torino <cid+get@polito.it> come file CIDEM D9412A.
Categorie, oggetti e strutture della conoscenza : seminario CNR ISRDS : Roma :1-2 dicembre 1994 : relazione / a cura di Eugenio Gatto ; versione HTML a cura di Claudio Gnoli e Lorena Zuccolo (( ISKO Italia -- <http://www.iskoi.org/doc/categorie.htm> : 2004.03.11 - 2004.08.13 -