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Classificare le scienze umane: il caso filosofia
Seminario Università di Padova. Dipartimento di Filosofia
Padova : 2 febbraio 2007
Filosofi, filosofie e la loro storia. Un tentativo di approccio "trascendentale". All'inizio degli anni Settanta, la Biblioteca della Scuola normale di Pisa adottò uno schema di classificazione, che voleva rispondere alla domanda preliminare: "La filosofia è una disciplina come le altre?". [RG]
La verifica della funzionalità dello schema adottato per la collezione di filosofia presso la Biblioteca della Scuola normale superiore deve tener conto del contesto: la Biblioteca è al contempo una biblioteca speciale e multidisciplinare; le sue raccolte rispecchiano la storia dell'istituzione di riferimento; la collezione di filosofia condivide con le altre collezioni il carattere specialistico e selettivo; la biblioteca è a scaffale aperto; la classificazione è usata come collocazione.
Tenendo presente queste condizioni, si analizzano i valori positivi e i punti critici dello schema, in modo da evidenziarne la capacità di far corrispondere una coerente classificazione dei documenti con una efficace fruizione da parte degli utenti. [SM]
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Philosophers, philosophies and their history. An attempt of a "transcendental" approach. In the early Seventies, our Library adopted a classification scheme, which aimed to reply to the preliminary question: "Is philosophy a discipline like the others"? [RG]
In order to test the functionality of the philosophy classification scheme used at the Library of Scuola Normale Superiore, it is necessary to refer to the general context of the library itself: it is at the same time a special and a multidisciplinary library; it is an open-shelf library; its collections reflect the history of the institution; classification serves as location; the philosophy collection is, as the other collections, a specialized and selective one.
Bearing in mind this context, the speech aims to outline the positive as well as the critical features of this scheme, in order to point out its suitability to match a coherent classification of documents with their effective fruition by the users. [SM]
La verifica della funzionalità dello schema adottato per la collezione di filosofia presso la Biblioteca della Scuola normale superiore deve tener conto del contesto: la Biblioteca è al contempo una biblioteca speciale e multidisciplinare; le sue raccolte rispecchiano la storia dell'istituzione di riferimento; la collezione di filosofia condivide con le altre collezioni il carattere specialistico e selettivo; la biblioteca è a scaffale aperto; la classificazione è usata come collocazione.
Tenendo presente queste condizioni, si analizzano i punti di forza e i punti critici dello schema, in modo da evidenziarne la capacità di far corrispondere una coerente classificazione dei documenti con una efficace fruizione da parte degli utenti.
La scelta di uno schema speciale, come abbiamo visto, nasce come risposta ad un'esigenza di ordinamento di un materiale che per la sua crescita e per il suo sviluppo necessita di un sistema di classificazione che consenta un agevole recupero dei documenti e nel contempo risponda alle esigenze degli utenti istituzionali, sia in merito alla sua leggibilità che alla sua aderenza alle principali linee di ricerca della Scuola in ambito filosofico. Vediamo alcune di queste esigenze e le relative risposte.
Esito del "dialogo" fra studiosi e bibliotecari è la scelta della classificazione-collocazione per autori e la disposizione delle opere a scaffale seguite dalla relativa letteratura secondaria. La collocazione per autori risponde ad una concezione molto europea e continentale della filosofia, che interpreta la filosofia come storia della filosofia attraverso le figure che concretamente hanno sviluppato il discorso filosofico; le loro opere secondo tale concezione costituiscono un corpus che vale come unità, che spesso riceve un nome (criticismo, idealismo etc.) anche per gli esiti che trova in altri filosofi.
Le opzioni nel disporre le opere degli autori sullo scaffale potevano essere: ordine cronologico, ordine per scuole o correnti di pensiero, ordine alfabetico. Il secondo criterio sembra poco rispondente alle esigenze "pratiche" di una biblioteca che deve comunque fare i conti con lo spazio, la disposizione degli scaffali, etc., mentre gli altri due criteri sembrano essere sostanzialmente equivalenti dal punto di vista della funzionalità. La scelta è caduta, immaginiamo per maggiore semplicità sia nell'ordinamento iniziale che nel mantenimento di questo ordine, sull'ordinamento alfabetico.
Per lo stesso tipo di concezione non sono rappresentati all'interno della nostra collezione di filosofia documenti sui fenomeni soprannaturali, lo spiritismo, etc. che sono compresi nella Classificazione Dewey all'interno della classe 100
, mentre sono presenti la psicologia e soprattutto la psicanalisi, per i contributi che queste discipline portano o hanno portato in certi ambiti filosofici.
Una delle ragioni per cui è stato adottato uno schema speciale è che ciò consente di intervenire sulla collezione e sullo schema stesso in base ai "punti di attrazione" che si formano fra la ricerca e la biblioteca: ad esempio manca nello schema di filosofia la filosofia antica, poiché si sono coagulate nel settore di Antichistica un insieme di tematiche che richiedevano la presenza dei filosofi antichi; intanto gli studi di tipo più prettamente filosofico puntavano verso discipline quali la teoria della conoscenza e la storia della filosofia moderna, in particolare quella tedesca.
D'altro canto, legata all'attenzione verso le teorie gnoseologiche ed epistemologiche è la presenza all'interno della collezione di filosofia di testi inerenti la storia della scienza, mentre le raccolte di matematica e fisica avevano un impianto decisamente teorico e di aggiornamento, meglio rispondente all'andamento della ricerca in queste discipline.
La semplicità dello schema significa notazioni brevi ed uniformi, di conseguenza brevità e chiarezza delle collocazioni sui cartellini, agevole lettura degli stessi e possibilità di memorizzare facilmente le diverse collocazioni da parte di utenti e bibliotecari (per esempio le opere di Kant si trovano a 190 K16
, e viceversa un libro con collocazione 190 K16
è un'opera di Kant).
Tutto questo facilita il recupero dei documenti a scaffale da parte di utenti e bibliotecari (anche dei documenti fuori posto, infatti salta subito all'occhio un cartellino con 190 K16
in mezzo a cartellini con 190 N677
, cioè un'opera di Kant in mezzo alle opere di Nietzsche), diminuisce la possibilità di errate ricollocazioni una volta che il documento sia stato consultato, e permette un utilizzo del nostro schema che va oltre la funzione di classificazione: infatti notazioni ed etichette sono utilizzate come segnaletica nelle varie sale in cui si trovano i documenti di filosofia ed hanno sia una funzione orientativa che di comprensione diretta dello schema da parte degli utenti (cosa di regola piuttosto rara e complessa nel caso di schemi standard.
È da segnalare il problema dell'ordinamento a scaffale delle opere di un autore, tutte con la stessa segnatura; questo uso stravagante della collocazione, che in genere serve per identificare un solo documento, non costituiva un problema quando la Biblioteca aveva un patrimonio ridotto e "controllabile", pochi utenti ma molto esperti, e personale interno addetto alla ricollocazione dei documenti in ordine alfabetico di titolo. Adesso le condizioni sono molto cambiate e non potendo mantenere questo ordinamento, sono stati elaborati schemi di suddivisione del corpus dei grandi autori, che consentano di reperire più facilmente un'opera di Marx in mezzo a circa 23 metri di scaffali occupati da opere di questo autore.
Lo schema è molto sintetico, ossia si sono evitate le ramificazioni in sottosezioni. Con tale scelta abbiamo inteso privilegiare, rispetto a un'analisi approfondita e sicuramente pertinente a livello di classificazione pura, ma poco pratica e di dubbio rendimento una volta tradotta in collocazioni, la necessità di non disperdere informazioni analoghe o riconducibili ad insiemi comuni in frazioni troppo specifiche.
La convivenza fra semplicità ed ospitalità non è di facile gestione per uno schema di classificazione: nel nostro caso è piuttosto semplice inserire nuove classi o sezioni, e quindi, dal punto di vista puramente notazionale, si tratta di uno schema che risponde all'esigenza di ospitare nuove segnature per nuovi documenti. Tuttavia è la struttura stessa dello schema, o meglio i criteri che ne fondano la struttura, a limitare le possibilità di movimento, almeno in alcuni casi. Bisogna infatti distinguere tra situazioni diverse:
Chiamiamo ospitalità interna il caso di una ricollocazione di un autore dalle sezioni di 104
ad un suo proprio 190
. Questa migrazione avviene in genere quando si pubblica un'edizione critica, o comunque quando il corpus delle sue opere ed il suo peso all'interno degli studi filosofici diventano tali da soddisfare i canoni che caratterizzano un "autore classico" (il valore di questi criteri non è assoluto).
L'operazione di recupero dei documenti non è semplice, soprattutto per quanto riguarda la letteratura secondaria: per questa operazione ci si avvale, oltre che dell'ausilio di repertori bibliografici, di ricerche per parola nel catalogo e soprattutto del recupero di documenti con identico numero Cutter. Si tratta di un recupero meccanico ma efficace, anche perché consente la rilevazione di Cutter identici per autori diversi e quindi permette operazioni di bonifica su questo aspetto del catalogo.
La destinazione finale di tutte queste operazioni è però chiara e di semplice realizzazione: si tratta infatti di formulare la stringa 190
+ num. Cutter, al massimo disambiguando attraverso gli appositi procedimenti il nuovo numero Cutter se già presente fra le collocazioni degli autori.
Per i prossimi punti, premetto che userò il termine interdisciplinare sia nel caso del rapporto fra parti della filosofia che nel caso del rapporto fra discipline diverse.
Altre questioni di ospitalità interna alla raccolta di filosofia, sono quelle poste da opere interdisciplinari; queste questioni sono comuni a molti schemi di classificazione ma spesso essi offrono una dislocazione preferenziale risolutiva. Nel nostro schema queste soluzioni non sono presenti; quindi è sempre necessario scegliere fra una sezione e l'altra, quando si debba classificare un'opera che tratti di logica e di etica.
Casi più specifici del nostro tipo di schema sono quelli di opere su più autori classificati ciascuno a 190
(per esempio un'opera su Marx e Nietzsche), o di opere di autori che stanno a 190
e scrivono di autori che a loro volta stanno a 190
(il Nietzsche di Heidegger, caso da noi brillantemente risolto attraverso due copie dell'opera, una collocata con Heidegger e una con Nietzsche).
In tutti questi casi si cercano soluzioni che valutino come l'opera in questione possa meglio integrarsi con le altre, non all'interno di un manuale o di una storia della filosofia, ma all'interno di quel tipo speciale di raccolta di filosofia che è la collezione della nostra biblioteca. Per esempio se l'opera su etica e logica è scritta da un autore le cui opere in biblioteca sono classificate tutte a logica, tale opera ha buone probabilità di essere classificata a logica, a meno che il tema in questione sia uno degli aspetti dell'etica maggiormente rappresentati all'interno di questa sezione; sono inevitabili soluzioni di compromesso, che spesso vengono offerte dalle sezioni di storia della filosofia, come nel caso di opere su più autori classificati a 190
. Nel caso di un "autore 190
" che scriva su un altro "autore 190
", i criteri di scelta devono essere vari: in genere si tiene conto del peso che i due hanno sia all'interno della storia della filosofia sia all'interno della biblioteca.
Problemi diversi sono posti dai "territori di confine": i territori di confine sono quelle frontiere, fra una disciplina ed un'altra, rese incerte e mutevoli dal sempre più marcato carattere interdisciplinare e multidisciplinare del sapere contemporaneo, che coniuga strumenti, teorie, modelli afferenti a discipline diverse.
A titolo di esempio, e senza approfondire troppo il discorso per evitare di sconfinare dal mestiere di bibliotecario allo studio del filosofo, parliamo di un paio di casi:
I filosofi che appartengono all'area della filosofia analitica, trovano nel linguaggio il nucleo centrale del proprio pensiero. Gli sviluppi di tale pensiero possono assumere, insieme agli aspetti filosofici, aspetti così "tecnici" da sconfinare nella linguistica; nel contempo al linguaggio si attribuiscono valori che spostano il loro discorso verso l'ontologia.
Un grande filosofo che una volta ho avuto la fortuna di ascoltare, Hans Georg Gadamer, diceva che l'essere che può essere compreso è il linguaggio o, con una bella immagine, che "il linguaggio è la riva dell'essere": questa affermazione si sporge verso territori "classicamente" appartenenti all'ontologia, delineandone però una evoluzione verso tematiche diverse da quelle di sostanza, esistenza, ente, che tradizionalmente le appartengono.
Come classificare questi filosofi e le loro opere? Trattenendoli/le nei loro territori originari e facendo convivere opere che in questi territori sono profondamente radicate con opere che indubbiamente ramificano al di fuori dei confini?
Oppure dando loro una cittadinanza nei territori verso i quali stanno migrando, penalizzando il legame con le loro radici per esaltare la loro evoluzione?
Noi non abbiamo trovato "la" soluzione; cerchiamo di focalizzare il dialogo con i nostri utenti su queste tematiche, di rintracciare nella letteratura di riferimento linee di tendenza che possano legittimare un'appartenenza territoriale, discutiamo, analizziamo, finché l'evidenza del postulato"un libro un posto, un posto un libro" ci spinge a una decisione, accompagnata spesso da un gesto di scaramanzia!
A partire da una decina di anni, sono giunte in biblioteca molte pubblicazioni inerenti il filone di ricerca denominato cognitivismo, che rappresenta molto bene il carattere multidisciplinare, trasversale, complesso del sapere contemporaneo. Nel cognitivismo convergono infatti componenti diverse quali la psicologia, la filosofia del linguaggio, la logica, senza che il risultato sia la semplice somma delle parti, ma anzi dando vita a una nuova linea di ricerca. Come classificare queste opere, i cui autori da un lato possono provenire da formazioni di tipo diverso, dall'altro non hanno ancora un corpus di opere e uno statuto tale da essere riconosciuti nettamente come filosofi o psicologi o linguisti?
In questo caso abbiamo trovato una soluzione, magari di compromesso ma di qualche utilità: poiché nel nostro schema di classificazione è presente la sezione dedicata alla "psicologia cognitiva" abbiamo creato al suo interno un "centro di accoglienza" per questo tipo di documenti, per poter ritrovare in un unico punto opere dal carattere così "nomade".
Ringraziandovi, vi lascio con questa citazione, che ho tratto da: Dizionario della memoria e del ricordo di Nicolas Pethes e Jens Ruchatz, Milano, Bruno Mondadori, 2002, p. 78:
catalogo
Organizzazione del sapere in un ordine esterno e meccanico come quello rappresentato, insieme a lessici, registri, indici, repertori bibliografici, nei cataloghi bibliotecari, che comparvero per la prima volta nell'antica Alessandria. Questi strumenti consentono di ritrovare in qualsiasi momento quel sapere che non può essere conservato immediatamente nella memoria.
Classificare la filosofia: l'esperienza della Biblioteca SNS / Raffaele Giampietro, Stefania Manzi = (Classificare le scienze umane: il caso filosofia : seminario : Padova : 2 febbraio 2007) = (ISKO Italia. Documenti) -- <http://www.iskoi.org/doc/filosofia9.htm> : 2007.01.26 - 2007.02.15 -