ISKO Italia. Documenti
Home page | Iscrizione | Documenti | Bibliografia | Collegamenti |
---|
<paolacapitani@libero.it>
Apprendere non significa imparare delle cose,
ma dai
"significati" delle cose (John Dewey)
Per gestire la conoscenza, nell'accezione più vasta del termine, gioca un
ruolo essenziale la terminologia, elemento basilare di tutti i flussi
comunicativi e della conoscenza stessa. La terminologia, ovvero condivisione di
concetti -"vocaboli ed espressioni proprie di una determinata scienza, arte,
disciplina" (Devoto-Oli) - consente la comprensione, la comunicazione e
l'interazione attraverso una condivisione di obiettivi e contenuti. Le mappe
concettuali, le ontologie, i gruppi semantici, le gerarchie e le relazioni sono
i concetti con i quali fare i conti, non solo per ottenere quella necessaria
comprensione all'interno delle stesse aree tematiche, ma per dialogare con
operatori di diverse aree geografiche. L'Europa è un insieme in continua
evoluzione e l'assetto internazionale "a 25" ha portato a maggio 2004, nuovi
paesi sullo scenario comune della comunicazione e della cooperazione con un
conseguente obbligato dialogo multilinguistico [2].
La rete è dominata dalla scienza dell'informazione (information
science), dove termini quali knowledge management [3], data
mining, metadata, web semantico, mappe concettuali,
ontologie sono spesso interpretati e tradotti in diverse maniere,
contribuendo ad aumentare le definizioni esistenti. [4]
Negli anni '80 per partecipare ai progetti comunitari era obbligatorio usare
strumenti multilingue di recupero per condividere i concetti e i termini tra
aree geografiche differenti e tra ceppi linguistici diversi. Durante la
collaborazione all'aggiornamento del thesaurus Europeo dell'Educazione
(che utilizzava riferimenti tratti dal thesaurus Europeo della Formazione
[5] e dal thesaurus Eurovoc [6]) si
consultavano strumenti terminologici del settore quale il thesaurus ERIC
[7] e i
thesauri europei UNESCO, IBE, ILO [8] . Tutti
strumenti di controllo terminologico che fornivano una diversa definizione per i
termini trattati e anche strutture gerarchiche non coincidenti.
La definizione del concetto, la sua univoca accezione, la corretta traduzione
e quindi la struttura gerarchica dei termini (in sovraordinati, sottordinati),
l'attribuzione di termini correlati, di sinonimi e la collocazione all'interno
di una classe di appartenenza, per facilitare la comprensione del significato e
soprattutto la condivisione con altri paesi. La traduzione del concetto nelle
lingue di riferimento era la basilare reciprocità terminologica prevista, per
consentire l'utilizzo da parte degli utenti della comunità europea ed un
allineamento alle diverse esigenze di interpretazione.
Negli anni '90 una nuova rete europea sull'Istruzione Superiore [9] costruiva un
sistema di condivisione dei metodi di raccolta dati e una terminologia
controllata (thesaurus Ortelius in 15 lingue), grazie alla paritetica
collaborazione in un sistema di rete. L'Italia era l'agenzia di riferimento
nazionale, con il compito di coordinamento tecnico (redazioni manuali,
costruzione thesaurus, prodotti di informazione, ecc.), in stretta
collaborazione con i rappresentanti di tutti i paesi comunitari presenti nel
sistema. Alla realizzazione partecipavano, oltre alla BDP e ai Paesi della UE,
l'Università di Firenze, la Casa Editrice Giunti e la Olivetti, costruendo un
sistema di rete rappresentato dalle componenti essenziali (ricerca scientifica,
editoria e tecnologia) oltre che dai rappresentanti nazionali delle agenzie dei
paesi partner (quelli che all'epoca erano della UE).
Per ottenere uno strumento normalizzato, il thesaurus Ortelius si è
basato sugli standard ISO [10],
utilizzando i concetti scaturiti dalle basi dati nazionali, i cui termini
venivano usati in ciascuna lingua nazionale, utilizzando la lingua inglese come
lingua di scambio o lingua franca, comune a tutti i paesi, e quindi asse
terminologica per le traduzioni e le interpretazioni concettuali. Alla
suddivisione tematica, stabilita dalla UE per le basi dati scientifiche [11] sono stati
applicati i principi della normativa ISO per la revisione delle versioni
linguistiche, per rivedere le liste terminologiche adottate fino a quel momento
dai singoli paesi comunitari.
Il gruppo di lavoro, operante nell'allora Biblioteca di Documentazione
Pedagogica (oggi INDIRE [12]), si è
assunto l'onere della revisione terminologica (scomposizione dei termini
composti, disambiguazione dei concetti, verifica delle sinonimie, integrazione
con Scope Note (definizioni), distinzione tra plurale/singolare. Dopo la
prima fase di lavoro i termini venivano rinviati alle singole agenzie nazionali
per la revisione nella lingua di appartenenza. Sorgeva il problema della
sovrapposizione terminologica di alcune lingue comuni a più stati (inglese, per
Regno Unito e Irlanda), tedesco (per Germania e Austria), francese (per Francia,
Lussemburgo, Belgio). Poiché si poteva prevedere solo una versione linguistica è
stata demandata ai paesi coinvolti la soluzione ideonea, prevedendo comunque una
sola versione linguistica, eventualmente con una serie di rinvii da non
descrittori a descrittori [13]. Si
ricorda che, anche ai fini informatici, è previsto un solo campo per ogni
versione linguistica, opportunamente contrassegnato dal codice ISO, di due
lettere, per il paese.
Erano esclusi dal sistema europeo alcuni termini significativi per un solo
paese, ma non condivisi dagli altri: in questo caso i termini relativi a
concetti nazionali venivano inseriti in un campo aggiuntivo, oggetto di ricerca
separata, e quindi su liste distinte.
Nei progetti terminologici multilingue il significato "condivisione" è
basilare: occorre effettuare una serie di aggiustamenti per trovare quel minimo
comune denominatore basilare per tutti i partner, nessuno escluso. Lavorare con
equilibrio e praticità, seguendo criteri e norme, ma anche accettando
compromessi utili a soluzioni non sempre ortodosse, ma che rispondono, tuttavia,
all'obiettivo fissato.
Nel 2003 il Progetto PERINE [14] ha
consentito di verificare una volta ancora l'importanza di condividere un
strumento terminologico comune (sempre il già citato thesaurus EUDISED)
con la possibilità di indicizzare siti web nell'area educativa, utilizzando
descrittori comuni a più realtà linguistiche.
In tutti i lavori di controllo terminologico la conoscenza della lingua
inglese aiuta a utilizzare le numerose risorse già presenti e ad adottare le
traduzioni più consone e corrette. Inoltre l'uso di un apposito software di
gestione memorizza selezioni, criteri, definizioni, fonti, per gestire le
diverse relazioni. Le relazioni gerarchiche sono sempre duplici, se non
molteplici, per cui un software in grado di apportare modifiche e aggiunte è
essenziale per evitare traduzioni differenti per lo stesso concetto. Un esempio
tipico in area economica può essere il termine Management, in alcuni
sistemi utilizzato con il calco inglese, in altri sistemi tradotto con il
termine Amministrazione, in altri con il termine Gestione, e in
altri ancora convivono i tre termini con differente significato. Da qui
l'importanza di definire il singolo concetto in maniera univoca, collegarlo ad
un'area e quindi strutturare una gerarchia: sembrano ovvie considerazioni ma se
si consultano alcune basi economiche si registra subito che l'ovvio non
appartiene a questo settore.
Purtroppo ancora l'uso della lingua inglese, tra gli addetti ai lavori, non è
diffusa come dovrebbe, e spesso addirittura osteggiata, vista come un pericolo
per il "dolce lessico nazionale". In questo contributo non si affrontano gli
equilibrismi stilistici narrativi, ma una modalità di dialogo, sintetica,
scarna, operativa, che, grazie proprio a una lingua di scambio (attualmente
l'inglese) consente di far interagire persone di diversa provenienza. Un esempio
per tutti, durante l'ultimo seminario sul multilinguismo a Bolzano (maggio
2005), i 70 partecipanti presenti rappresentavano circa 20 diversi ceppi
linguistici. L'unica lingua usata è stata la lingua inglese, in quanto
consentiva a tutti di poter comprendere ed esprimersi, evitando incomprensioni e
ambiguità, confusioni e carenza comunicativa: tutto qua. L'italiano resta sempre
una bellissima lingua, parlata e compresa, attualmente nel mondo della rete, da
una piccola comunità, che non rappresenta l'interesse e la ricerca
potenzialmente presente, ma ancora scarsamente utilizzata.
è un gruppo di lavoro in rete, attivo dal gennaio 2000, per la condivisione
di risorse informative (thesauri, ontologie, mappe concettuali, multilingui) e
soprattutto per la definizione di criteri comuni di lavoro, finalizzati ad un
reciproco scambio di conoscenze. Ad oggi sono coperte le seguenti aree
tematiche:
I glossari sono in progress, aggiornati continuamente in base alla
terminologia e ai concetti emergenti nella pubblicistica dei settori di
appartenenza e corredati dalle traduzioni vigenti nelle specifiche aree. Un
particolare collegamento è in corso con la Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze, per la revisione del nuovo Soggettario che avrà una struttura
gerarchica ISO standard. Sono in corso sperimentazioni di verifica sia sui
contenuti che sulle traduzioni, utilizzando i glossari che provengono
prevalentemente dal mondo della ricerca e dall'utenza in generale.
Il sito del Gruppo è in fase di aggiornamento, con l'inclusione della home
page in francese, tedesco e spagnolo. è in programmazione la pubblicazione degli
interventi alle tavole rotonde del 2004 e del 2005 che saranno pubblicate in
formato digitale sul sito della Università di Castellanza (<www.liuc.it>) a cura di Piero Cavaleri.
La prossima tavola rotonda dovrebbe essere presso la LIUC a Castellanza
nell'ottobre del 2005. Per informazioni consultare il forum del sito <www.indire.it/websemantico>.
[2] Dall'articolo "thesauri e ontologie" su "Biblioteche Oggi"
2005.
[3] Ai fini degli argomenti trattati in questo contributo si
intende knowledge management come "insieme che comprende organizzazione,
gestione, analisi, diffusione e ricerca delle informazioni".
[4] Sul tema i convegni degli ultimi mesi: La formazione in
terminologia, 29 e 30 aprile a Portico di Romagna Assiterm e Università di
Bologna, Bilinguism and multilinguism and cognition, 19 – 21 maggio -
Bolzano su bilinguismo e terminologia, 27-29 giugno a Milano il convegno
Openculture organizzato da AICA e varie università.
[6] Sono i tre thesauri europei, rispettivamente
sull'educazione, sulla formazione e sulle politiche comunitarie. Vedere in
merito la bibliografia citata nel volume Paola Capitani, "Il servizio
informativo. Iter di formazione e proposte di gestione" op.cit.
[7] <http://www.csc.com/> ERIC Processing &
Reference Facility, Computer Sciences Corporation, 4483-A Forbes Boulevard,
Lanham, MD, 20706 Phone: 301-552-4200 Toll-Free: 800-799-3742 Fax: 301-552-4700
E-mail:info@ericfac.piccard.csc.com
[8] Vedere i rispettivi siti web e in particolare la
bibliografia sul thesaurus nel volume Paola Capitani, "Il servizio
informativo. Iter di formazione e proposte di gestione" op.cit
[9] Ortelius, base dati comunitaria sulla tematica della
Istruzione Superiore in Europa, gestita dalla Biblioteca di Documentazione
Pedagogica (oggi INDIRE) <www.indire.it> supportata dalle agenzie
nazionali dei paesi della UE. Ha prodotto un thesaurus in 15 lingue sulle
tematiche dei corsi di laurea universitari esistenti allora in Europa.
[10] Standard ISO 2788, 5964, rispettivamente Linee guida
per la gestione di thesauri monolingue e multilingue, tradotti a cura
dell'UNI, Istituto Nazionale di Normazione, via Battistotti Sassi,5 – Milano (<http://www.unicei.it>).
[11] Gazzetta Ufficiale L 189, 13 luglio 1991, che prevede le
seguenti aree tematiche: Scienze Umane, Scienze Sociali, Scienze Esatte,
Scienze Biomediche, Scienze Applicate.
[13] Non descrittore è il termine non autorizzato,
presente nella lista di riferimento, che rinvia al termine autorizzato o
preferito, detto descrittore, utilizzato in sede di indicizzazione.
[14] PERINE, Pedagogical and Educational Research Information
Network for Education, <www.perine.org>
finanziato dalla Commissione Europea, prevede la costituzione di una rete di
informazione sulla e per la ricerca educativa in Europa. Il progetto coinvolge
in questa fase 8 paesi europei, tra i quali l'Italia, che partecipa con Indire
(<http.//www.indire.it>).
Il Gruppo Web semantico (2000-2005) : una comunità di
apprendimento per condividere un metodo di lavoro, repository di glossari
bilingue in progress in linea, revisione degli standard ISO 2788 e 5964 / by
Paola Capitani ; a cura di Emanuela Casson = (ISKO Italia. Documenti) --
<http://www.iskoi.org/doc/gruppo.htm> : 2005.11.14 - 2006.01.02 -Premessa
Criteri e metodi di lavoro
Il Gruppo web semantico <www.indire.it/websemantico>
Nel forum sono
attualmente i seguenti glossari: biblioteche scolastiche, comunicazione,
e-learning, economia, educazione, formazione, knowledge management, open
culture, terminologia e traduzione oltre ai link con il CNR/ITTIG (<http://www.ittig.cnr.it/Index.htm>) per l'area giuridica, e
all'Istituto Internazionale Polimoda (<www.polimoda.com>) per il settore
moda.
Note
[1] Consulente per servizi informativi e gestione di
linguaggi controllati (traduzione dello standard ISO 2788 e parte della 5127),
coordina dal gennaio 2000 il Gruppo di lavoro "Semantica e terminologia nei
portali" (<http.//www.indire.it/websemantico>).
Autrice di saggi, manuali e articoli quali thesauri e ontologie in
"Biblioteche Oggi", 2005; Gestione della conoscenza e formazione, in
Partecipare la scienza, a cura di Adriana Valente e Daniela Luzi, Roma,
Biblink editori, 2004; "Il servizio informativo. Iter di formazione e proposte
di gestione" (Milano, Editrice Bibliografica, 2003); modulo e-learning La
biblioteca a scuola,(<http://www.giuntiscuola.it>),
partecipa al Gruppo di lavoro sulla formazione degli Information Professional
(<www.aldus.unipr.it/master/preparare.html/>
e <www.math.unipr.it/~biblio/NPG/NPG.html>),
al Gruppo Qualità della formazione in ambito AIF Sezione toscana (<www.aifonline.it> Sezione Toscana),
al Gruppo Comunicazione e TQM (<www.eucluster.net>). In stampa
Formazione e KM.