ISKO Italia. Documenti

Organizzazione della conoscenza

Web-publish or perish

da AIDA informazioni, 28: 2010, n. 1-2, p. 129-131

di Claudio Gnoli


Si è svolto recentemente all'Aia, presso la Biblioteca nazionale dei Paesi Bassi, un congresso internazionale dedicato interamente alla classificazione: lo ha organizzato lo UDC Consortium, l'ente che cura e gestisce lo sviluppo e la distribuzione della Classificazione decimale universale <seminar.udcc.org/2009/>. Nonostante la lunga storia di questo KOS risalga all'inizio del Novecento con l'attività di Paul Otlet e Henri La Fontaine, l'evento ha ben rispecchiato i molteplici aspetti dell'uso delle classificazioni nel mondo contemporaneo, globalizzato e interconnesso, a partire dal suo titolo, Classification at a crossroads: multiple directions to usability.

Oggi le classificazioni bibliografiche si trovano in concorrenza con strumenti nuovi, anche se spesso meno raffinati, nati già per essere applicati alla documentazione digitale: folksonomie, mappe tematiche e concettuali, tassonomie, ontologie. I KOS più tradizionali si trovano così a dover inseguire, cercando di far conoscere e comprendere la ricchezza del proprio potenziale informativo, per evitare che il grande bagaglio di esperienze e tecniche in essi acquisito non vada perduto dalle nuove comunità di ricerca e sviluppo, che altrimenti rischiano di spendere notevoli risorse nella reinvenzione dell'acqua calda.

D'altra parte, l'esito della sfida dipende anche dalle stesse classificazioni, la cui ricchezza rimane spesso nascosta ai non bibliotecari, confinata entro pubblicazioni specialistiche, solo cartacee, raramente tradotte in lingue diverse dall'inglese. È vero che la Classificazione decimale Dewey si è oggi evoluta in un'organizzazione commerciale gestita da OCLC, in grado di offrire ai suoi clienti servizi online, frequenti aggiornamenti ed edizioni nazionali, e dedita a una campagna piuttosto aggressiva per conquistare nuovi mercati nell'Europa centrale e settentrionale. Ma i sistemi di concezione più moderna e flessibile, aventi un'organizzazione del sapere aggiornata e una struttura a faccette, che sarebbero i più adatti alle nuove applicazioni digitali, non sanno ancora offrire altrettanto in termini tecnologici e logistici: la sofisticata Classificazione Colon di Ranganathan rimane applicata quasi solo in biblioteche indiane senza grandi prospettive di evoluzione, e anche la Classificazione bibliografica Bliss (BC2), riconosciuta dagli esperti come la più avanzata realizzazione della teoria dell'indicizzazione, stenta a completare anche la pubblicazione su carta delle sue tavole, affidata a una piccola associazione inglese.

L'attività di ricercatori e sviluppatori è oggi concentrata soprattutto in questa direzione: rendere possibile l'applicazione dei KOS al nuovo contesto della Rete, caratterizzato dall'apertura (chiunque può pubblicare un nuovo schema nel giro di pochi attimi) e dalla necessità di convivenza con molti sistemi diversi, che sarebbe necessario collegare in modi coerenti fra loro, realizzando la tanto agognata interoperabilità.

È quanto si propone fra gli altri NKOS (Networked Knowledge Organization Systems/Services) <nkos.dublincore.org>, una rete informale di professionisti che si incontrano in occasione di workshop annuali per scambiarsi notizie ed esperienze sull'integrazione delle tecniche intellettuali e automatiche di indicizzazione semantica, lo sviluppo di interfacce di ricerca e consultazione efficaci, lo scambio telematico di terminologie e strutture semantiche mediante la loro marcatura con linguaggi standard come XML e RDF.

I gruppi di ricerca europei più attivi in queste direzioni sono britannici e tedeschi: UKOLN all'Università di Bath (Traugott Koch, Koraljka Golub e collaboratori), la Hypermedia Research Unit dell'Università di Glamorgan (Douglas Tudhope, Ceri Binding, Renato Rocha Souza), il Center for Digital Library Research dell'Università di Strathclyde (Gordon Dunshire, Dennis Nicholson), e i progetti Criss Cross del Politecnico di Colonia (Winfried Gödert, Jessica Hubrich, Felix Boteram) e KoMoHe del GESIS, ovvero Leibniz-Institut für Sozialwissenschaften (Philipp Mayr, Vivien Petras). Particolarmente rilevante per tali obiettivi è il formato SKOS, che dovrebbe permettere di esprimere in XML le strutture sindetiche, ed è stato effettivamente già applicato ai Library of Congress Subject Headings.

Al congresso dell'Aia sono state molte le voci, a cominciare da quelle dei due relatori invitati Dan Brickley e Dagobert Soergel, che hanno esortato i gestori di KOS a renderli almeno in parte pubblicamente accessibili in rete, in modo che altri sviluppatori abbiano la possibilità di conoscerli e integrarli con i loro progetti. Un KOS infatti è come una lingua: per non morire ha bisogno di essere usato. Il bivio, suggerito dal titolo del congresso, di fronte al quale le classificazioni si trovano si è rivelato essere proprio questo: pubblica sul Web oppure scompari... Questa necessità si scontra in molti casi con la gestione tradizionale degli schemi, basata sulla pubblicazione cartacea e la cessione a pagamento dei diritti di utilizzo, mediante i quali si sostenta l'organizzazione che li gestisce.

Lo UDC Consortium, pur venendo anch'esso da questo mondo di istituzioni tradizionali, sembra cominciare a recepire la necessità di trasformazione: ha infatti appena pubblicato in rete una selezione liberamente consultabile di circa 2000 classi della CDU <udcsummary.info>, che sarà progressivamente disponibile anche in numerose lingue oltre all'inglese. Proprio l'integrazione dei contenuti di diversa lingua e natura è un ruolo-chiave che la classificazione dovrebbe giocare nel contesto della Rete. Quasi tutti, nel frattempo, lavorano per rendere disponibili i loro schemi in SKOS, anche se la struttura di questo formato, inizialmente concepito per i tesauri, pone alcuni problemi alle classificazioni, in particolare quelle a faccette.

D'altronde, un'altra prospettiva che comincia ad apparire superata è proprio quella della concorrenza fra schemi diversi: non si tratta più tanto della scelta fra CDU o Dewey, fra Soggettario BNCF o LCSH, fra indicizzazione intellettuale o automatica, scelte che spesso dipendono più da contingenze e storie locali che da valutazioni di merito. Le nuove versioni di questi KOS infatti comprendono spesso campi per la concordanza (mapping) con altri KOS, e la convivenza sarà una situazione sempre più frequente nelle grandi collezioni digitali che integrano raccolte di diversa provenienza. Dopotutto quindi non importa di quale squadra facciamo parte: tutti stiamo lavorando più o meno direttamente per la progressiva semantizzazione delle raccolte documentarie. Quel che è sicuro, con il continuo proliferare delle informazioni digitali e l'aumento dei loro utenti, è che molto c'è e ci sarà da fare.

 


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